lunedì 10 marzo 2014

La batteria di valutazione psicodiagnostica

Non tutti i pazienti che vengono a studio hanno una domanda di cura del proprio disturbo.
Molti pazienti vengono inviati da altri professionisti, da familiari o per scelta del paziente stesso, solo per sapere se hanno un disturbo psicologico e, in caso ce l'abbiano, di che tipo è. Già ho accennato quanto la Diagnosi in Psicologia Clinica sia diversa dalla Diagnosi in Medicina, dato che la Psicodiagnosi può avere degli esiti curativi derivanti dal semplice dare nome alla fonte del proprio disagio.
Esistono poi situazioni più complesse, che comprendono la presenza di Istituzioni e Leggi che non sono minimamente interessate alla remissione dei sintomi del disturbo psicologico, neanche se tale remissione è dovuta alla semplice presa di coscenza di avere un certo disturbo psicologico.
Questo è il caso delle valutazioni psicologiche che attestano che un individuo ha una Psicopatologia invalidante che gli impedisce di avere una vita facile, si tratta di richieste che avvengono in ambito legale, per stabilire un danno psicologico sufficientemente elevato da giustificare un risarcimento o in ambito previdenziale-assistenziale, quando si rileva la presenza di una Psicopatologia che arriva a creare le condizioni per l'Invalidità o quando bisogna stabilire se vale la pena di creare un percorso alternativo alla detenzione per alcuni individui che hanno compiuto crimini in particolari ambiti.
In tutti questi casi è necessaria una valutazione psicodiagnostica che comprenda l'uso di colloquio e strumenti testologici quali questionari, test, interviste semistrutturate.
La mia opinione personale è che non è possibile compiere una valutazione psicodiagnostica accurata solo con il colloquio clinico o solo con i test.
Chi fornisce una valutazione psicodiagnostica ha una responsabilità pesante quanto quella di una persona che ne sta curando un'altra e deve quindi fare uso del maggior numero di strumenti possibili. Esistono decine e decine di test tarati e in circolazione, lo psicologo quindi dovrà decidere a monte quali di questi test utilizzare, rispettando al contempo le esigenze del paziente in termini di tempo e denaro.
In questo caso si somministra la cosiddetta batteria di test.
La batteria di test è una batteria diversi reattivi psicodiagnostici che indagano le diverse aree del paziente: la sofferenza psicologica, il quadro psicopatologico complessivo, la Personalità, l'intelligenza, la qualità degli affetti, la presenza di meccanismi psicopatologici più o meno gravi. È ovvio che non è sempre possibile avere informazioni su tutte queste aree per mancanza di tempo e denaro, a volte la richiesta da parte di terzi è una richiesta mirata solo a una o più delle aree sopra elencate ebasterà quindi limitarsi solo a una fra le tante aree.
Solitamente, una batteria completa, che permetta uno screening psicologico completo del paziente comprende alcuni dei seguenti test
- Un primo test di inquadramento psicopatologico (MMPI-2, SCL 90-R o Millon Multiaxial Inventory)
- Un test Proiettivo (Rorscharch, TAT)
- Test Grafici (Disegno dell'ALbero, TFU, Bender, Disegno della Famiglia)
- Test di Intelligenza o deterioramento cognitivo (WAIS-R, Matrici di Raven, MMSE)
- Questionari focalizzati su specifici disturbi (ASI, STAI, BDI-II, ACQ, CRI)
Si devono somministrare tanti reattivi non solo per avere più dati possibili, ma anche perchè così diminuiscono le probabilità di sbagliare.
Un paziente può avere dei punteggi altissimi a una scala di depressione nel BDI-II e far pensare a una Diagnosi di Depressione Maggiore, ma ci è tutto più chiaro se emerge nel Rorscharch un Disturbo di Personalità Istrionico che lo porta a esagerare un disagio pur di attirare l'attenzione.
Mentre in Clinica abbiamo (solitamente!) un paziente fa del suo meglio per aiutare lo psicologo per capire qualcosa del suo disturbo e a uscirene, quando ci sono in mezzo istituzioni terze come Tribunali, Case Assicurative e Istituti Previdenziali il paziente non è motivato a essere sincero fino in fondo, specie se grazie a dei risultati alterati può ottenere benefici secondari come risarcimenti per danno esistenziale, pensioni di invalidità, percorsi detentivi alternativi.
In questo caso il testista deve utilizzare il maggior numero di test perchè, mentre i questionari possono essere aggirati perchè più brevi e meno faticosi, i test proiettivi e l'MMPI-2 sono molto adeguati nell'individuare una tendenza del paziente a manipolare le risposte e a mentire.
Anche per questo motivo lo psicologo deve conoscere (e bene) un gran numero di test, in modo da creare una batteria di test personalizzata rispetto ai bisogni e problematiche del paziente.

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