domenica 12 gennaio 2020

Cambiare

Il cambiamento spaventa.
In alcuni casi il miglioramento spaventa anche di più.
Diversi modelli psicoterapeutici parlano di questo, vuoi lo schema maladattivo nella psicologia cognitiva, vuoi la coazione a ripetere nella psicoanalisi tanto per dirne alcuni.
Molti pazienti iniziano ad avere problemi proprio quando stanno migliorando e il drop out in terapia ne è la prova più palese.
Perché chi migliora perde il celebre beneficio secondario, quella serie di vantaggi che danno un senso di sicurezza che viene visto irrazionalmente come preferibile alla fine di una grande quantità di sofferenza che la persona infligge a sè stessa e ai suoi cari.
Di certo ci stanno tutta una serie di agenti esterni che vogliono consapevolmente o meno che la persona resti così a vita perché a loro volta godono di una grande quantità di benefici secondari, molto comodi se pensiamo che in alcuni casi non vi è neanche un prezzo da pagare in termini di sofferenza, che invece paga la persona vittima del disagio psichico in questione.
Agenti esterni come parenti incapaci, insegnanti vigliacchi, partner violenti, amici approfittatori, medici irresponsabili, senza calcolare varie dinamiche in campo medico, legale e burocratico ipocrite patogene.
Ma il fattore principale di resistenza al cambiamento e al miglioramento resta sempre prevalentemente interno, aspetto che può essere favorito da persone esterne, ma dovrà sempre essere realizzato dalla persona stessa.

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