domenica 6 luglio 2014

Ansia disfunzionale. Parte seconda. Il bisogno di controllo.

Nel post precedente abbiamo detto quanto l'evitamento esperenziale e cognitivo sia una delle componenti assolutamente disfunzionali nei Disturbi d'Ansia, andando a riguardare anche Disturbi di Personalità che comprendono comunque quote significative d'ansia. L'evitamento è un tipo di soluzione del problema, che come abbiamo visto può essere problematico, dato non solo può portare la persona a rinchiudersi in casa per evitare esperienze che potrebbero essere anche utili e piacevoli, ma comporta un abbassamento dell'ansia solo momentaneoche può aumentare l'ansia e i successivi evitamenti in un circolo vizioso patologico. Il controllo può essere considerato una sottocategoria dell'evitamento, in quanto porta il paziente a organizzarsi per evitare di avere sensazioni ansiogene. L'ansia è più alta quanto più è alta la quantità di elementi a noi non noti: meno so di ciò che sto affrontando, più vado in ansia. Ve lo ricordate lo studente che studia 10 ore al giorno e fino all'ultimo dice che non sa niente e poi prende 30? Il suo comportamento è coerente con quanto detto: più studio, più so, meno sto in ansia, perchè tengo sotto controllo tutte le variabili della situazione che sto affrontando. Benchè studiare 10 ore al giorno sia più funzionale rispetto a non studiare mai ci troviamo di fronte allo stesso problema: l'incapacità di tollerare l'ansia. Chi studia 10 ore al giorno tutti i giorni per un esame attenua lievemente la propria ansia ed è costretto ad annichilire il resto delle sue attività, si crea una tabella di marcia inflessibile che risulta problematica per chiunque sia vicino a questa persona e anche per la persona stessa, dato che vi sono limiti fisiologici inalienabili che le impediscono di studiare tutte e 10 le ore. A meno che non ricorra ad ausili chimici, legali e non.
Chi cerca di controllare la propria vita  per attenuare la propria ansia si scompensa profondamente quando una delle variabili del mondo che lo circonda non fa come dice lui.
Il bisogno esasperato di controllo può funzionare se ci troviamo in una condizione che ci permette di controllare tutte le variabili secondo i nostri bisogni di controllo.
Qualche fortunato potrebbe avere a disposizione una casa perfettamente insonorizzata in un quartiere silenzioso, una condizione economica che gli permetta di stare in casa a studiare tutto il giorno, parenti o colf che provvedono alle pulizie e i pasti, amici, parenti e partners molto pazienti che comprendono il loro bisogno di concentrarsi unicamente sui libri...sperando che poi il giorno dell'esame non capiti un professore infame che mandi a quel paese tutti i suoi sforzi!
Questa situazione può essere possibile (non impossibile, ma assai rara) nel periodo di studi, ma poi si passa al mondo del lavoro. Il bisogna di controllo è una caratteristica altrettanto problematica nei disturbi d'ansia, perchè il controllo totale della propria vita e di quella degli altri è un qualcosa di impossibile o quasi.
Un'altra fallacia nel ragionamento ansioso, a mio avviso dovuta sempre al bisogno di controllo, è la confusione fra la conoscenza del problema e la soluzione del problema.
In medicina, la diagnosi è un qualcosa di completamente diverso dalla prognosi. Una volta che abbiamo conosciuto la causa del problema mediante la diagnosi, siamo in grado di risolverlo con una terapia mirata. Ma la diagnosi senza prognosi non serve a niente, una colonscopia da sola non è curativa, fa solo molto male.
L'ansioso, volendo tenere tutto sotto controllo, quando si trova di fronte a un problema, vuole sapere il prima possibile, per filo e per segno, che tipo di problema è e come si è creato.
Immaginate una persona che ha appena fatto l'incidente e fa il grosso errore di avvisare brevemente l'amico o il parente ansioso. Si ritroverà di fronte alle seguenti incalzanti domande.
Hai fatto un incidente?
Dove?
Con chi?
Com'è successo?
Ti sei fatto/a male?
In che via sei?
C'era qualcuno con te?
Com'è ridotta la macchina?
Queste sono tutte domande molto sensate se siete un perito assicurativo che vuole verificare l'andamento dell'incidente, un vigile che segnala eventuali infrazioni, un volontario di Croce Rossa che può chiamare un'ambulanza in caso di feriti, un tizio che poteva fare da testimone se c'era un pirata della strada o una persona che vi può passare a prendere con un'altra macchina.
Peccato che in questo caso la persona che sta facendo tutte queste domande non è nessuna di queste persone. In questo caso la conoscenza del problema, dato che non serve minimamente alla soluzione del problema è completamente inutile.
L'ansioso, in virtù del proprio bisogno di controllo, è capace di intestardirsi e insistere nel conoscere meglio la situazione da risolvere, quando magari c'è già un rimedio sicuro, temporaneo, ma molto più funzionale.



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