domenica 7 giugno 2020

Esame di realtà

In ambito psichiatrico viene fatta la brutale, ma efficace distinzione fra psicosi e nevrosi, dove l'elemento discriminante di gravità è l'esame di realtà: se questo è compromesso si entra in ambito di psicosi/grande psichiatria, arrivando a giustificare un intervento medico-psichiatrico importante. Sembrerebbe così molto facile, in quanto i disturbi classificabili come psicotici sono più rari e quindi più facili da gestire viste  le tante risorse a disposizione per pochi soggetti. Tuttavia l'esame di realtà può risultare occasionalmente o anche spesso compromesso non solo in soggetti psicotici, neurologicamente decaduti, sotto uso di sostanze o effetti collaterali di farmaci. Tipicamente i bambini possono permettersi temporaneamente di vivere una realtà tutta loro e già questo è un tasto dolente per tutti gli specialisti incapaci o i genitori apprensivi che si ritrovano di fronte a qualche affermazione bizzarra. Esistono poi casi in cui l'esame di realtà può risultare compromesso in casi di eccessiva sofferenza della persona, specie se avviene in un'assetto di personalità alterato, per non parlare dell'influenza assolutamente deleteria di un'organizzazione malfunzionante, di una fede religiosa, politica, artistica o sportiva o di affetti familiari troppo invischianti. A quale punto possiamo sentire frasi che rispetto all'aderenza della realtà risultano essere altamente non aderenti, praticamente psicotiche.
Che vogliamo fare? Riempire di olanzapina il cretino che le ha dette?
La tentazione è forte...

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