venerdì 20 giugno 2014

L'importanza della relazione nella psicoterapia

Tutti o quasi tutti conosciamo dottor House, c'è chi lo ama, c'è chi lo odia. Gregory House è un dottore cinico, solitario ribelle, sgarbato, senza scrupoli, ruvidamente simpatico per qualcuno che lo vede attraverso lo schermo, insopportabile per chiunque abbia a che fare con lui. Ma è un dottore eccezionale.
Dottor House ha un vistoso disturbo di personalità, è cafone, ha comportamenti antisociali, a tratti è meschino, può essere violento, ma almeno è bravissimo come dottore.
Non si potrebbe mai dire la stessa cosa di uno psicologo, neanche se fosse un genio come Dr. House.
Perché Dottor House si può permettere di curare i pazienti a prescindere dal tipo di relazione che ha con loro, dato che può fare riferimento a una lunga serie di nozioni e strumenti medici che gli permettono di curare la malattia del paziente, senza curarsi del fatto che il paziente sia arrivato a odiarlo per il suo caratteraccio.
La sua filosofia, chiaramente romanzata nel telefilm e difficilmente ammissibile anche da parte di un medico nella vita reale è: non curo le persone, curo le malattie.
Lo psicologo non può permettersi di fare questo.
Non può fare riferimento a nozioni che gli diano precise indicazioni per quanto riguarda la diagnosi e la prognosi della malattia mentale.
Non ha strumenti tecnici tecnologici per individuare i sintomi.
E non ha il potere contrattuale che hanno altre figure professionali che esistono da molto più tempo della figura dello psicologo.
Uno dei principali e dei pochi strumenti che ha lo psicologo durante il suo lavoro è proprio la relazione.
Dr. House può permettersi di fare il cafone, perché può curare un paziente che ha appena offeso.
Lo psicologo no, questo non vuol dire assolutamente che debba essere sempre attento a non offendere o contrariare il paziente, spesso ciò è qualcosa di inevitabile, specie quando ci si trova di fronte a pazienti molto problematici che cercano di tenere sotto controllo la relazione per manipolare l'altro. Lo psicologo non deve né tenere testa, né sottomettersi al paziente, deve sempre analizzare la relazione con questa persona e usarla come strumento di diagnosi e prognosi, in modo da cogliere tutti quegli elementi che gli atri professionisti come medici, avvocati, commercialisti e architetti non prendono in considerazione.

Nessun commento:

Posta un commento