venerdì 11 luglio 2014

L'influenza del sole sull'umore

Il sole e il caldo diventano temi di spicco durante l'estate.
È ormai da tempo provata l'influenza che hanno i raggi solari sull'umore e del suo conseguente innalzamento.
L'epidemiologia mostra come i tassi di suicidio siano più diffusi durante le stagioni invernali, di notte e nelle regioni dove il sole sta in cielo per poco tempo.
Non potendo prescrivere farmaci o psicofarmaci, consiglio caldamente ai miei pazienti di farsi un giro fuori al sole. Ma, come la maggior parte dei consigli, non vanno dati indiscriminati a tutti e a cuor leggero.
Con i pazienti depressi può essere un ottimo esercizio di esposizione, li spinge ad uscire di casa, a svolgere un'attività piacevole (sempre che a loro piaccia!), a mettersi in movimento, a sospendere le attività di rimuginio depressivo che vengono compiute in casa quando non si fa niente.
Per molti pazienti non è però facile, anche se sembra tanto facile per noi.
Uno dei meccanismi di mantenimento della psicopatologia è il mood congruity effect, il meccanismo che ci spinge a trovare una coerenza fra i nostri stati emotivi interni e il mondo esterno. Il tipico depresso è colui che sta chiuso in casa con le serrande abbassate. Se siamo depressi ricerchiamo stimoli depressivi, la sensazione di non coerenza fra un me depresso e un mondo allegro è più spiacevole di una tristezza che colpisce noi e tutto ciò che ci circonda.
Viene da sé che molti pazienti non gradiranno questo consiglio, in quanto saranno arrivati a trovarla non piacevole o addirittura impossibile. Non parliamo poi di quanto possa essere difficile consigliarla a un paziente con problematiche d'ansia che già è tanto se è entrato nel vostro studio!
Ogni prescrizione comportamentale va sempre discussa con il paziente, gli si chiede quanto la trova eventualmente spiacevole e/o impossibile e si controlla nell'incontro successivo se è stata eseguita, come è stata valutata e, se evitata, per quale motivo.
Vi sono casi in cui l'esposizione può essere invece nociva, come nel bipolarismo.
Il Disturbo Bipolare è un Disturbo dell'Umore caratterizzato da una fase depressiva e una fase maniacale, durante la quale il paziente ha un umore eccessivamente euforico che porta a condotte ad alto rischio quali attività fisiche pericolose, investimenti economici sregolati, abuso di sostanze, attività sessuale promiscua, irritabilità, violenza etero o autodiretta.
Durante l'estate il rischio di uno veloce passaggio dalla depressione all'attacco ipomaniacale o maniacale si fa più concreta.
In questo caso bisogna anche puntualizzare che, come diceva Woody Allen, l'estate è anche il periodo durante il quale il terapeuta curante va in vacanza, ma questo è un problema che non si pone se, invece di andare da un terapeuta privato (che poi va in vacanza), si afferisce a un servizio pubblico.
Certo, i Centri di Salute Mentale sono luoghi molto squallidi e vi sono liste di attesa lunghe, ma di fronte a un paziente sospetto bipolare si riesce sempre a trovare uno psichiatra in servizio che lo prenda in carico.
Consigliare una vacanza in un posto assolato a un paziente depresso può essere fattibile, ma prima ci si deve assicurare che questo non sia un paziente bipolare in fase depressiva, altrimenti è come dargli uno psicofarmaco antidepressivo che lo porta più velocemente a ricovero in seguito ad atti condotti sotto la fase manicale.

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