lunedì 15 dicembre 2014

Profezie autoavverantesi

Abbiamo già parlato di schemi.
Gli schemi sono delle assunzioni fondamentali sulla nostra identità (sono un fallito/sono brillante/sono unico/sono trasparente etc...) o proposizioni fra più elementi (se faccio il bravo/se sono forte le cose andranno bene). Gli schemi ci permettono di leggere la realtà, di interagirmi e di valutare la realtà e il nostro interagire con essa come soddisfaciente/insoddisfaciente rispetto ai nostri scopi.
Gli schemi dei soggetti sani sono flessibili e sono volti al raggiungimento di scopi raggiungibili.
Gli schemi psicopatologici sono rigidi. Come ulteriore fattore di scompenso, molte persone hanno una credenza nucleare autosvalutante (sono un fallito/sono indegno di amore etc...) e questa credenza le porta a formare schemi ancora più rigidi e a formare scopi ancora più difficili da raggiungere, in modo da compensare l'immagine di sè così deperita.
Si crea un circolo vizioso altamente problematico.
Una persona con una credenza di base svilita creerà obiettivi di vita sempre più ambiziosi e leggerà i progressi verso questi obiettivi insoddisfacienti, in quanto valutati attraverso schemi perfezionistici. Gli ulteriori fallimenti letti da questa persona, la porteranno a innalzare ulteriormente i propri standard e inasprire i propri criteri di valutazione, rendendo così i fallimenti sempre più frequenti.
Da qui il concetto di profezia che si autoadempie.
Se ho paura di fallire perchè mi sento in partenza come un fallito, mi sforzo a ogni costo di evitarlo, ma l'attenzione selettiva mi porterà a notare più facilmente i sengi del fallimento. Fino a quando non andrò in crisi per tali indizi e fallirò effettivamente, confermando la mia credenza iniziale.

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