martedì 8 dicembre 2015

Disturbo di personalità schizotipico

Il disturbo di personalità schizotipico fa parte - insieme al disturbo schizoide e paranoide - del gruppo di disturbi di personalità legati a un esame di realtà impoverito ed è per questo spesso accompagnato da un disturbo schizofrenico. Avendo lo stesso nome di quest'ultimo, è anche il disturbo di personalità che più spesso si accompagna ad esso, anche se il disturbo di personalità schizotipico puro non è necessariamente acompagnato dalle allucinazioni uditive e visive, dai deliri, dall'eloquio disorganizzato e dall'appiattamento emotivo della schizofrenia. Spesso la schizofrenia si sviluppa partendo da una personalità di questo tipo. Il disturbo di personalità schizotipico è caratterizzato dal cosiddetto pensiero magico, ciò che ci porta a pensare che particolari simboli, immagini e azioni abbiano poteri particolari. Numeri fortunati o sfortunati, immagini con significati sulla nostra vita, azioni che ci potrebbero cambiare la giornata o la vita intera, credenza che il nostro pensiero possa cambiare ciò che ci circonda. Non è un pensiero caratterizzante nei soli schizofrenici, è un tipo di pensiero che troviamo nei bambini, negli ossessivi, nelle persone religiose e nei superstiziosi. È il disturbo di personalità la cui diagnosi deve prendere in considerazione più di altre il contesto culturale di appartenza. Uno di criteri di inclusione per una diagnosi di questo disturbo è la bizzarria. Criterio alquanto scemo, se dimentichiamo quanto dipende dal contesto: un individuo in costume di aborigeno ci sembra bizzarro solo quando lo vediamo qui, perfettamente integrato se lo vediamo in una foto sul National Geographic nel suo villaggio d'origine.
Una parte significativa - di gran lunga superiore all'omonima italiana - di pazienti immigrati che accedono ai servizi psichiatrici, è diagnosticata come psicotica.
Abramo sente una voce divina che gli ordina di uccidere il figlio. La voce poi ci ripensa e lo blocca.
San Giovanni evangelista scrive l'Apocalisse durante una conversazione con un angelo che gli detta i versi di uno dei tratti più controversi delle sacre scritture.
Giovanna d'Arco sentiva le voci che le dicevano di ricacciare a mare gli inglesi.
Martin Lutero veniva perseguitato dal diavolo durante gli studi.
Torquato Tasso veniva perseguitato dai folletti.
Don Quijote de la Mancha, infervorato da letture di gesta cavalleresche, decide di fare il cavaliere errante in un'epoca dove la cavalleria è ormai scomparsa.
Friedrich Nietzche abbraccia e accarezza un cavallo maltrattato dal vetturino.
John Nash credeva di essere perseguitato dai servizi segreti e aveva visioni di altro genere.
In alcuni casi possiamo parlare chiaramente di schizofrenia conclamata, per esempio con John Nash .
In altri casi è però difficile attribuire la bizzarria di quei personaggi a reali attacchi psicotici.
Siamo sicuri che Giovanna D'arco fosse davvero schizofrenica? Forse mentiva e c'è chi le ha creduto (quale francese non vorrebbe prendere a calci un inglese?).
La tentazione del clinico - specie se ateo o agnostico - di dare una bella diagnosi di schizofrenia a chi ha allucinazioni uditive o visive a contenuto religioso è potente.
Ed è sicuramente indubbio che in contesti religiosi o ambiti culturali di un certo tipo vi sia un incidenza maggiore di allucinazioni, ma bisogna sempre distinguere un'allucinazione che dura a lungo nel tempo da una semplice suggestione, magari temporanea, magari incoraggiata o addirittura imposta dal contesto di appartenenza.

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