Viridovix [...] era abituato alle foreste della Gallia, che riducevano il campo visivo e permettevano a un uomo di avere sempre accanto qualcosa che poteva vedere e toccare, mentre quella pianura senza fine lo faceva sentire piccolo e insignificante, come un insetto che stesse strisciando su un vassoio, e destava nel suo animo un'irragionevole paura che lui cercava di combattere come meglio poteva, tenendosi vicino al centro dell'esercito e usando i nomadi come scudo da porre fra se stesso e la vastità circostante.
In questo stralcio preso dal ciclo di Videssos di Harry Turtledove vediamo un'ottima descrizione di agorafobia. In termini letterali l'agorafobia è la paura degli spazi aperti. Più precisamente, sono spazi estremamente vasti, privi di punti di riferimento che possano servire alla persona come elementi rassicuratori, cosa che può portare la persona a un estremo disagio, fino a raggiungere un'intensità tale da scatenare un attacco di panico.
Il protagonista di questo brano, Viridovix, non è certo un codardo.
È un guerriero, un capotribù, amante delle battaglie, delle donne, del divertimento e da sempre nemico della noia e dell'autorità.
Nei libri si è ritrovato improvvisamente in un luogo a lui sconosciuto, dove non conosce inizialmente la lingua, i costumi, la religione...cosa che non gli ha impedito però di essere sempre gioviale e scapestrato.
Fin quando non si ritova in mezzo alla steppa, luogo a lui sconosciuto in un mondo sconosciuto.
La steppa è immensa, uguale in tutte le direzioni, senza fine, senza variazioni, senza un punto di riferimento in un mondo già privo di punti di riferimento.
Viridovix, sempre allegro e temerario, qui si incrina.
Quel luogo senza fine che vede come immenso lo fa sentire piccolo, meschino, debole.
Viridovix si rende lì conto che, da quando è arrivato lì, è una persona sola, l'unico membro della sua tribù e della sua razza in quel mondo a lui ignoto.
Non ha una persona a lui simile con cui parlare la sua lingua, non ha un amico con cui stare in compagnia, non ha una donna da amare per davvero.
Per la prima volta Viridovix, nel suo giocoso individualismo, si sente debole e fragile, portandolo a cercare la vicinanza dei suoi compagni di viaggio, che non sono simili a lui, ma lo fanno almeno sentire protetto.
Anche se non ci sono pericoli incombenti e se l'è sempre cavata da solo.
In questo stralcio preso dal ciclo di Videssos di Harry Turtledove vediamo un'ottima descrizione di agorafobia. In termini letterali l'agorafobia è la paura degli spazi aperti. Più precisamente, sono spazi estremamente vasti, privi di punti di riferimento che possano servire alla persona come elementi rassicuratori, cosa che può portare la persona a un estremo disagio, fino a raggiungere un'intensità tale da scatenare un attacco di panico.
Il protagonista di questo brano, Viridovix, non è certo un codardo.
È un guerriero, un capotribù, amante delle battaglie, delle donne, del divertimento e da sempre nemico della noia e dell'autorità.
Nei libri si è ritrovato improvvisamente in un luogo a lui sconosciuto, dove non conosce inizialmente la lingua, i costumi, la religione...cosa che non gli ha impedito però di essere sempre gioviale e scapestrato.
Fin quando non si ritova in mezzo alla steppa, luogo a lui sconosciuto in un mondo sconosciuto.
La steppa è immensa, uguale in tutte le direzioni, senza fine, senza variazioni, senza un punto di riferimento in un mondo già privo di punti di riferimento.
Viridovix, sempre allegro e temerario, qui si incrina.
Quel luogo senza fine che vede come immenso lo fa sentire piccolo, meschino, debole.
Viridovix si rende lì conto che, da quando è arrivato lì, è una persona sola, l'unico membro della sua tribù e della sua razza in quel mondo a lui ignoto.
Non ha una persona a lui simile con cui parlare la sua lingua, non ha un amico con cui stare in compagnia, non ha una donna da amare per davvero.
Per la prima volta Viridovix, nel suo giocoso individualismo, si sente debole e fragile, portandolo a cercare la vicinanza dei suoi compagni di viaggio, che non sono simili a lui, ma lo fanno almeno sentire protetto.
Anche se non ci sono pericoli incombenti e se l'è sempre cavata da solo.
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