mercoledì 29 novembre 2017

Stede Bonnet: individualismo vs. relazione

Stede Bonnet è detto il pirata gentiluomo.
Nato a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo, si distingue da altri celebri pirati per il fatto di avere un background completamente diverso dal pirata prototipico, era un uomo colto e agiato, praticamente a digiuno per quanto riguarda la vita marinara
Lo storia, unita a qualche leggenda, lo descrive come un uomo sposato con figli che, in maniera repentina e imprevedibilmente, un giorno scelse di comprare una nave, assoldare un equipaggio e iniziare a compiere scorrerie in mare, lasciando a terra la famiglia.
La vita piratesca in questo caso rappresenta una totale rottura con la sua vita precedente, una vita fatta di impegni, obblighi, noia. Essere pirata significa essere totalmente libero, libero dalla famiglia, dalle convenzioni sociali, dalla legge, dalla morale.
Stando alla versione romanzesca della sua scelta di darsi alla pirateria, Stede Bonnet è una persona che non ha accettato i vincoli, quelli del matrimonio, della famiglia, della legge.
La sua scelta può essere vista come dettata dall'egoismo o dalla voglia di realizzare un nobile scopo di libertà libertà, che però nella visione di Bonnet è inconciliabile con una vita che coinvolga un'altra persona, perché a quel punto l'altra persona lo limita e blocca.
La sua visione è una visione assolutistica, dove non si ritiene possibile che una qualsivoglia relazione sia in grado di permettere un livello di libertà accettabile a uno dei 2 individui.
L'unica soluzione in questo caso è quella di un taglio netto, un atto che in questo caso il pirata compie con un vero e proprio atto di ribellione nei confronti di tutto, nei confronti della legge, della moralità e della moglie bisbetica (specialmente della moglie bisbetica, come direbbe qualche malizioso!).

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