mercoledì 24 gennaio 2018

Giornalisti zombie

Il 15 gennaio 2018 è morta Dolores O'Riordan a 46 anni, le cause del decesso saranno note in seguito all'autopsia, i cui risultati saranno noti il 3 aprile. A una settimana dal decesso i giornali di tutto il mondo continuano a pubblicare articoli su cui si informa che la cantante soffriva di disturbo bipolare.
Morire a 46 anni nel mondo occidentale è cosa rara, sconvolgente per i cari della vittima, per i suoi fan o per chiunque sia dotato di uno straccio di sensibilità.
Tuttavia i giornalisti hanno dimostrato in questo caso che non stanno lavorando con lo scopo di informare, ma per il sensazionalismo, il gossip, il soddisfacimento della voglia di quei lettori che hanno lo scopo di vedere VIP pieni di difetti o peccatucci di qualche tipo.
Non che ci sia niente di male in questo tipo di lavoro, che del resto non fa che soddisfare una richiesta del mercato. Basta chiarire da subito che tutto ciò non è informazione.
Dolores è morta.
Ed era bipolare. O almeno qualcuno ha detto che lo era.
Fare quest'affermazione è innanzitutto una violazione della privacy.
Non vi diciamo com'è morta per rispetto della privacy, ma vi diciamo la sua psicodiagnosi.
Il secondo e più grave danno degli articoli che stanno fioccando è che si diffonde una notizia delicata e su di un'argomento complesso, che gran parte dei lettori traviserà.
Il 15 gennaio Dolores è morta, è morta giovane, ma solo il 3 aprile ci sarà un'autopsia e potremo avere una chiara informazione su come è morta realmente.
La razionalità esige che, fino al 3 aprile non avremo prove affidabili sul quale sia la causa del decesso.
Purtroppo molte persone, invece di aspettare questo responso per poter dire cose pertinenti sulla vicenda, inizieranno a fare supposizioni basate su proprie credenze molto più inaffidabili rispetto a un certificato medico ponderato.
Essendo il disturbo bipolare una delle malattie mentali più di moda di questi tempi, tutti ne parlano e quando sono gli ignoranti o gli stupidi a prendere parola escono fuori grandi cantonate.
Questi improvvisati Sherlock Holmes ed esperti di epidemiologia psichiatrica potrebbero addirittura azzeccare le vere motivazioni del decesso, solo che avrebbero trovato la giusta soluzione partendo da presupposti errati, come un orologio rotto che dice sempre l'ora esatta due volte al giorno.
Di seguito riporterò una serie di affermazioni che, per quanto semplici e non esaustive nel descrivere la complessità del disturbo, hanno lo scopo di ristrutturare alcune credenze sul disturbo errate, molte delle quali sono sfuggite a chi adesso (giornalisti in primis) sta parlando di questa tragedia.
- I trattamenti per il disturbo bipolare sono inefficaci = I trattamenti farmacologici e di terapia combinata sono inefficaci se il terapeuta e/o il paziente non condividono gli obiettivi terapeutici, le modalità di assunzione o non sanno comunicarseli decentemente fra loro
- Gli psicofarmaci uccidono = Gli psicofarmaci hanno effetti collaterali, come tutti farmaci e possono danneggiare ulteriormente la salute se assunti in maniera inappropriata. Alcuni farmaci hanno effetti collaterali superiori ai benefici, altri sono semplicemente inutili, altri sono necessari per limitare i danni di una sintomatologia che potrebbe essere più dannosa se non assunti. Come per tutti i farmaci, se non vi è una buona alleanza terapeutica fra responsabile del trattamento farmacologico e/o con uno psicoterapeuta che segue il paziente in un trattamento combinato, la terapia ne risente.
- Di disturbo bipolare si muore = È un disturbo mentale, non è una malattia organica e potenzialmente mortale come il cancro o l'infarto, può però rendere disagevole la vita di chi ne soffre e di chi lo circonda.
Dolores è morta, ma non l'ha ucciso il disturbo bipolare. In caso si scopra che si sia suicidata se era depressa i professionisti che la seguivano (se la seguivano) non sono riusciti a intervenire tempestivamente; magari vi erano contrasti in famiglia; magari il lavoro non andava come sperava, comprensibilmente rispetto a quanto possa essere pesante la vita di una cantante ad alti livelli; magari ci sono altre cause che non ci saranno mai note.
O magari è morta per cause completamente diverse dal suicidio e magari in nessun modo riconducibili al disturbo bipolare.
Il disturbo bipolare aumenta le possibilità che la persone che ne soffrono compiano il suicidio, ma ciò non vuol dire necessariamente che chi ne è affetto sia destinato al suicidio
Aumenta le possibilità che la persona che ne soffre compia azioni impulsive, dispersive e pericolose, ma non vuol dire che un paziente bipolare sia destinato a farlo di nuovo dopo il primo esordio
Molti pazienti bipolari consumano alcol e droga, ma non vuol dire che tutti i bipolari facciano uso di queste sostanze. Che sono comunque usate anche da persone con altri disturbi. Sostanze alterano la mente di chiunque, non solo dei bipolari.
Molte persone hanno probabilmente almeno una di queste credenze irrazionali sul disturbo bipolare.
È comprensibile avere credenze di questo tipo, credenze che guidano le azioni e le parole delle persone in momenti di stress e di urgenza.
Peccato che in questo caso non ci sia nessuno urgenza, purché una persona non è più in pericolo, essendosi appena tolta la vita.
Ultimo problema.
Le psicodiagnosi in psichiatria vanno sempre pese con le pinze, in quanto potrebbero essere sbagliate. Prendere per vero la psicodiagnosi di una persona e ricamarci sopra senza mai aver visto la persona in questione può portarci a farci un'idea totalmente errata della situazione.

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