domenica 8 settembre 2019

Full monty



Questo film è un piccolo grande capolavoro, che può essere analizzato sotto diversi aspetti.
In questo caso sceglieremo un taglio legato alla psicologia sociale, senza offrire una più scontata analisi delle personalità dei rispettivi personaggi. Il film è ambientato negli anni '90 a Sheffield, durante gli anni della recessione economica conseguente alla chiusura delle acciaierie. La recessione economica ha innescato un declino che si ripercuote con una violenza inaudita anche a livello sociale e psicologico. Si può dire che questo è un film di confronto fra genere maschile e femminile, in questo caso contrapposti in una fase di crisi e di rimessa in discussione dei rispettivi ruoli.
Da una parte gli uomini, che ora senza il vecchio ruolo di lavoratore sono diventati depressi, meschini, infantili, arrabbiati, insicuri; dall'altra parte le donne, che si trovano nella scomoda posizione di mantenere sia il vecchio ruolo di mogli e madri, sia di doverli incoraggiare, sopportare, a volte mantenere economicamente, arrivando inevitabilmente a irritarsi nei loro confronti.
Gli uomini di questo film stanno attraversando un lutto, il lutto del vecchio ruolo che non hanno più, chi di padre, chi di capo del personale, chi di marito, ruoli che prima avevano grazie a quel lavoro che forniva non solo soldi, ma anche un senso alla propria vita, orgoglio, sicurezza in se stessi.
Con estrema eleganza, il film porta queste sicurezze a toccare anche la vita sessuale, dove inizialmente l'uomo disoccupato è devirilizzato.
Sarà proprio il sesso a salvarli: lo spogliarello. Gli uomini che una volta erano abituati a vedere le donne nude passano dall'altra parte della barricata.
Accettano un cambio di ruoli, accettano un ruolo sessuale che alcuni di loro avevano abbandonato, reinventando la propria mascolinità, superando le proprie insicurezze, scherzandoci sopra, riprendendo un contatto con il genere femminile che prima vedevano come minaccioso.

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