mercoledì 2 ottobre 2013

Come lavoro io

Attualmente sto studiando il modello cognitivo-comportamentale.
Il modello cognitivo-comportamentale è il modello psicoterapeutico per il quale si evidenza la migliore efficacia nei disturbi dell'Umore e d'Ansia. I Disturbi dell'Umore comprendono: Depressioni unipolari e bipolari, Disturbo Distimico e Ciclotimico; i Disturbi d'Ansia comprendono: Disturbo d'Ansia Generalizzato, Disturbo di Attacchi di Panico e Fobie Specifiche. Le due categorie da sole occupano una parte significativa dei disturbi psichici di cui può soffrire la popolazione, ma la terapia cognitivo comportamentale ha elaborato protocolli di trattamento anche per disturbi che non rientrano in questi due gruppi diagnostici.
In alcuni casi faccio riferimento a contributi non unicamente provenienti dal mio modello di formazione, ma anche da altre Scuole di Psicoterapia, purché io mi senta in grado di padroneggiarli e li ritenga validi.
Il modello cognitivo comportamentale - e di conseguenza anche il mio lavoro - si discosta dalla procedura di altri modelli più in voga, che si concentrano prevalentemente sul colloquio in seduta.
I test.
Nel mio lavoro faccio uso di alcuni test psicologici. Alcuni pazienti sono timorosi nei confronti della testistica perché temono di essere incasellati in una categoria psicopatologica, tuttavia hanno un grande importanza, perché sono test scelti per misurare eventuali cambiamenti e miglioramenti nel corso di un lavoro terapeutico. A differenza di altri approcci psicoterapeutici che li rifiutano per vari motivi, il modello Cognitivo Comportamentale li usa perché non si può affermare di aver  curato una persona se non ci sono degli strumenti testati per dimostrarne un miglioramento. Ovviamente nessun test può essere somministrato senza essere integrato grazie a un colloquio.
I compiti.
Altra grossa differenza con altri orientamenti è la presenza di compiti per casa.
La loro utilità è tutta a favore del paziente.
Se un paziente ha una seduta a settimana di un'ora, ma non mette in atto le strategie e il modo di leggere la realtà che ha imparato durante quell'ora, impiegherà molto più tempo per interiorizzarle, mentre se ha dei compiti ad hoc che svolge fra una seduta e l'altra, probabilmente riuscirà molto meglio a padroneggiare gli strumenti che gli sono stati insegnati.
In genere si dedicano 10-15 minuti per la correzione dei compiti per casa a ogni seduta e, a differenza della scuola, non ci sono note o brutti voti per chi non ha fatto i compiti.
Se il paziente non li fa è una sua scelta, anche se vuol dire che i tempi di lavoro di guarigione potrebbero allungarsi.



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