lunedì 24 novembre 2014

L'attenzione selettiva e il dolore

Abbiamo già visto quanto l'attenzione selettiva aiuti a vedere più facilmente i pericoli in situazioni realmente pericolose, ma anche quando non lo sono, causando un'allarme inutile quando non serve.
Ciò succede anche con il dolore.
Percepire il dolore è un meccanismo utilissimo alla sopravvivenza: senza dolore toccheremmo oggetti incandescenti fino a ustionarci o continueremmo a portare pesi fino a spezarci le vertebre.
Un'attenzione selettiva troppo sviluppata, come spesso capita in soggetti ansiosi, porta l'individuo a individuare dolori altrimenti trascurabili.
Essendosi focalizzata su questi piccoli dolori, l'attenzione attira la nostra mente immediatamente e insistentemente su questi dolori, il corpo inizia a manifestare tutti i sintomi fisiologici dell'ansia, fra cui anche l'irrigidimento dovuto alla tensione muscolare.
Se una persona è in tensione arriva a sentire più facilmente il dolore, creando così un circolo vizioso di aumento delle sensazioni dolorose, focalizzate specialmente nella parte problematica.
Se poi una persona ha paura di avere un infarto o di morire soffocata, ecco che la frittata è fatta, dato che fra i tipici sintomi dell'ansia vi è anche tachicardia e respiro affannoso.
Non a caso, i disturbi d'ansia comprendono anche disturbi ipocondriaci e i disturbi algici, i cosiddetti disturbi del dolore. Ciò non significa assolutamente che chi è ipocondriaco sia sempre un malato immaginario, dato che il più delle volte vi è una base organica reale, le cui conseguenze (improbabili, ma anche in quel caso non impossibili!) sono al limite catastrofizzate.

Nessun commento:

Posta un commento