lunedì 10 novembre 2014

Pazzi

Molti colleghi, aspiranti colleghi o pseudocolleghi spesso trattano il discorso della malattia mentale per tentare di combattere il becero stereotipo secondo il quale dallo psicologo ci vanno solo i pazzi, spesso cedendo alla tentazione di pronunciare frasi provocatorie tipo i pazzi non esistono o siamo tutti un po' matti.
No.
Da una parte, chi parla di malati mentali usa spesso termini presi a prestito dalla medicina: un pazzo è un malato mentale che va curato.
Finché parliamo di malattie organiche siamo tutti d'accordo, ma con la mente è un altro par di maniche!
Le malattie organiche sono considerabili come tali a prescindere dal contesto.
Una broncopolmonite è considerata una malattia potenzialmente mortale in ogni cultura, ed è considerata tale fin da quando le hanno dato un nome.
Un individuo affetto da disturbo antisociale di personalità è considerabile in questa società come un individuo pericoloso, da evitare e rinchiudere in un penitenziario, mentre potrebbe essere perfettamente adattato in una tribù di selvaggi guerrieri a cavallo, in un clan vichingo o in un equipaggio di pirati.
Non a caso esistono eccellenti avvocati ossessivi, medici ipocondriaci, spie paranoiche, fisici autistici, politici maniacali, attori narcisisti e psicologi, insegnati, assistenti sociali, infermieri, volontari che evidentemente per qualche malsano motivo hanno deciso di aiutare le persone.
I pazzi esistono. Sono coloro che non riescono ad adattarsi a uno specifico contesto o che non riuscirebbero ad adattare proprio a niente.
In opposizione a coloro che invece hanno trovato un buon incastro con il mondo che li circonda, persone che possiamo definire sane, in mancanza di altri termini.
E, tornando alla frase becera dell'inizio, possiamo dire che i pazzi esistono  che bisogna sempre capire cosa intende la gente per pazzi, visto che spesso si danno per scontate affermazioni pesantemente errate.

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