lunedì 19 gennaio 2015

I sistemi motivazionali. Parte 1

Un principio di vita apparentemente banale consiste nel capire cosa vogliamo e elaborare una serie strategie e comportamenti per raggiungerlo.
Apparentemente banale perché il mondo è pieno di persone che si danno tanto da fare (o si lamentano in continuazione) che però non hanno minimamente capito cosa vogliono o cosa hanno perso.
Per molti pazienti una quota significativa della sofferenza psichica si allevia quando capiscono quali sono i loro scopi prioritari.
Tutti gli esseri umani sono guidati dai sistemi motivazionali, dei sistemi di matrice biologica comuni a tutti i mammiferi superiori, necessari per la sopravvivenza del singolo e della specie.
Tali sistemi sono
  • Attaccamento = già menzionato nel rapporto figlio-genitore, comprendente tutti i comportamenti di avvicinamento al genitore da parte del bambino per ottenere sicurezza fisica ed emozionale
  • Accudimento = è il legame fra genitore-figlio. Anche se spesso è usato come sinonimo dell'attaccamento è grave confonderlo. È il bambino che si avvicina al genitore per ottenere sicurezza, il genitore non può pretendere la stessa cosa! I legami di accudimento e attaccamento  non li agiamo solo nelle relazioni genitori-figli, ma li agiamo anche fra adulti, ma anche nei rapporti di cura che avvengono fra pazienti e professionisti della salute, fra e partner e amici in difficoltà
  • Legame sessuale di coppia = con buona pace della Psicoanalisi classica la sessualità è una spinta motivazionale fondamentale nell'Uomo, ma non l'unica. Le relazioni romantiche monogamiche si reggono sul sesso, ma devo dare spazio anche a una relazione dove idealmente il partner attiva verso l'altro un sistema sia di accudimento che attaccamento. Se si attiva solo uno di questi sistemi abbiamo, nel caso di un'attivazione dell'attaccamento, una coppia bianca svuotata del carico sessuale, mentre ci troviamo di fronte a una coppia occasionale o aperta quando è attivo solo il sistema sessuale
  • Competizione e rango sociale = le guerre sono una realtà ineludibile nella razza umana e, mi spiace informare gli animalisti, sono caratteristiche anche nella maggior parte delle altre specie animali. Si combatte per il sesso, si combatte per difendere la prole, si combatte per il potere. L'aggressività può essere fisica o anche solo verbale nel caso dell'uomo, ma è sempre aggressività. Gli animali lo fanno per sentirsi più importanti, più rispettati, elementi che facilitano la sopravvivenza del singolo e della famiglia, l'Uomo si distingue perché è capace di combattere per la semplice sensazione di potere che ne deriva in caso di successo. O combatte per il gusto di combattere.
  • Cooperazione fra pari = assolutamente necessaria per sopravvivere. Il tratto distintivo degli individui antisociali è l'esasperato individualismo, il rifiuto di vedere gli altri come individui che lo potrebbero aiutare a sopravvivere in un'ottica di gioco di squadra.
  • Gioco sociale = ogni gioco ha le sue regole. Non basta fare parte di un gruppo e collaborare alla ricerca e all'immagazzinamento delle risorse. Tutti i gruppi hanno le loro regole, poche o tante, rigide o interpretabili. Puoi essere un ottimo membro all'interno di un gruppo, ma se non rispetti le regole sei fuori o perseguitato. Tutti gli uomini nascono all'interno all'interno di un gruppo di appartenenza, che sia una famiglia tradizionale, una comunità hyppie, un carcere, un campo di zingari o una casa famiglia e da quando nascono vengono imposte loro delle regole, che saranno seguite fino a quando l'individuo o il gruppo non decideranno di separarsi per scelta o causa forma maggiore. L'individuo sceglierà se restare solo o accettare le regole di un altro gruppo. Molti gruppi di appartenenza fondano la loro identità nella lotta con altri gruppi rivali e questo è alla base di tutte le guerre ideologiche o religiose che sentiamo in continuazione.
Per fortuna, tutti questi Sistemi Motivazionali, in quanto retaggi biologici ed evoluzionistici, permettono all'organismo di secernere endorfine quando vengono stimolati positivamente. Un individuo sano è felice quando viene preso in braccio dal genitore nei primi mesi di vita, è felice se si prende cura di una persona che ama, è felice quando fa sesso, quando si sente rispettato, quando si sente utile all'interno di un gruppo, quando sente di fare parte di un gruppo con cui condivide obiettivi e valori.  Un primo indizio che ci sia qualcosa che non va è proprio quando a questo individuo manca il piacere in uno di questi ambiti, magari li rifugge proprio. Spesso succede quando le esperienze di vita puniscono, invece di premiare l'individuo che cerca di soddisfare queste esigenze naturali.

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