lunedì 11 maggio 2015

Cesare o niente

Aut Caesar aut nihil è una frase di Ladislao di Durazzo, monarca della dinastia angioina a Napoli, frase poi ripresa dal più noto Cesare Borgia, figlio di papa Alessandro Borgia e ambiguo ispiratore della figura ideale descritta da Machiavelli ne Il principe.
Cesare o niente, questa frase significa che se non diventerai qualcuno di importante tanto vale essere nessuno, indice del fatto che sulle spalle di Cesare gravava un peso non da poco, visto il mandato familiare non indifferente. Questa estremizzazione è un tipico esempio di polarizzazione degli scopi, dove esiste uno scopo ideale cui la mente del soggetto punta (essere il migliore, essere l'uomo con più potere) e l'antiscopo, ciò che bisogna evitare (non avere potere, essere nessuno).
Nel caso di Cesare abbiamo anche un chiaro esempio della cosiddetta assolutizzazione: non esistono vie di mezzo, o sei il migliore o sei una schifezza.
L'assolutizzazione è un tipico errore cognitivo tipico nei depressi dove la performance deve essere massima per non essere considerata gravemente scadente.
L'assolutizzazione è anche un meccanismo tipico in soggetti come Cesare che, se avessero potuto entrare all'epoca in psicoterapia, sarebbero stati diagnosticati e trattati come soggetti narcisisti, che spesso vanno in depressione quando non raggiungono il top.
Un soggetto narcisista come il nostro Cesare in questo caso ha un ulteriore fattore di gravità sul groppone.
Non solo, come succede con molti narcisisti abbiamo a che fare con un grave assolutismo di pensiero.
Non solo Cesare si è forse trovato a seguire uno scopo estrinseco, ovvero la conquista del potere assoluto come desiderio non suo, bensì come continuazione delle mire di potere del padre Alessandro Borgia.
Cesare ha un problema: si chiama Cesare!
Non diventare il più potente politico d'Italia, ovvero un Cesare (in senso politico!) significa per Cesare non solo che non ha avuto successo nella vita, ma significa non avere il proprio nome, non essere se stesso.
Questo è ciò che porta i narcisisti in terapia quando non sono gli altri a spingerli in seduta a pedate: la minaccia della frammentazione identitaria, il terrore che la propria fragile identità vada in pezzi come un castello di cristallo.

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