mercoledì 28 ottobre 2015

L'emozione della perdita



Nel telefilm Vikings il protagonista Ragnar Lodbrok è quello che in clinica defininiremmo un immane cretino, anche secondo gli standard vichinghi, ovvero una cultura che  per quanto industriosa e affascinante - non è certo nota per incoraggiare una personalità avveduta e paziente.
Ragnar è un uomo coraggioso, ma è un guerriero disobbediente, un leader incostante, un marito pessimo, egoista e impulsivo, che non rispetta la moglie Lagertha (uno dei rarissimi casi in cui un personaggio viene apprezzato, fisicamente e caratterialmente, da quasi chiunque abbia seguito il telefilm).
Tuttavia, dall'alto della sua apparente faciloneria, Ragnar è una persona che ha vissuto le sue tragedie e vive i suoi lutti.
I gravi lutti che subisce durante la serie lo portano a vedere la sofferenza, non quella che diffonde in maniera generosa e indifferente, ma quella che colpisce lui e i suoi cari.
Quando Ragnar viene a sapere della morte di queste persone a cui tiene veramente, cambia in maniera completa, cambia (finalmente!) anche la qualità attoriale dell'attore che lo interpreta.
Nel momento del dolore Ragnar acquisisce una tenerezza e una saggezza che non ha mai avuto, preso com'era dalle sue ambizioni e dalla sua cinica e noncurante spregiudicatezza pur di raggiungerle.
La tristezza è in questo caso la sua emozione predominante.
La tristezza è ciò che noi proviamo di fronte alla perdita.
Per quanto sia un'emozioni fra le più spiacevoli la tristezza ha la sua agrodolce utilità: ci fa soffrire per ciò che abbiamo perso, facendocelo apparire più importante di quanto lo consideravamo quando ce l'avevamo.
La tristezza è ciò che spesso ci riporta al mondo, ci fa capire i nostri limiti e quelli di chi ci sta vicino.
La tristezza è ciò che ci fa capire chi conta veramente, facendocelo dolorosamente ricordare proprio quando non c'è più, perché chi va avanti senza soffrire rischia di dimenticare chi ha appena perso, senza avere la possibilità di assumere, dopo il giusto tempo di elaborazione, quegli aspetti positivi di ciò che ha perso, portandolo a migliorare se stesso.



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