Nel 1915 l'Italia entra in guerra e il comando viene affidato al generalissimo Luigi Cadorna.
La filosofia di quest'uomo viene riassunta in una sua frase: per attacco brillante si calcola quanti uomini la mitragliatrice può abbattere e si lancia all'attacco un numero di uomini superiore: qualcuno giungerà alla mitragliatrice.
2 anni e almeno 400 mila morti dopo viene finalmente destituito e sostituito.
La sua strategia è primitiva, eppure non viene mai cambiata, nonostante numerosi episodi a testimoniarne l'inadeguatezza. Si può sbagliare, magari adottare inizialmente strategie ridicole (come la sua) ma di fronte all'esperienza una persona sana e intelligente cambia tattica.
Lui no.
Come in ogni disturbo di Personalità, Cadorna non riesce ad apprendere dall'esperienza, è rigido, non rende conto di aver fatto un errore di fronte all'evidenza dei fatti, piuttosto accusa gli altri dell'insuccesso, accusa i soldati di codardia, gli ufficiali di imperizia. Afferma che questa strategia è valida perché, prima o poi, gli austriaci saranno esausti di ammazzare altri soldati e finalmente cederanno alla fuga.
Avendo a disposizione una sola strategia non è in grado di cambiarla, al massimo aumenta le risorse impiegate: più uomini.
Probabilmente Cadorna non aveva solo un disturbo di personalità, molto diffusi in ambito militare; era innanzitutto un cretino, vissuto in un epoca in cui non era l'unico che comandava alla cieca; era piuttosto anziano, avendo ricevuto il comando a 65 anni, cosa che di c erto non favorisce elasticità mentale. Non è dato sapere quale di questi 3 elementi prevalesse sugli altri, fatto sta che il disastro in tal caso è chiaro.
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