lunedì 22 agosto 2016

Bojack Horseman

Bojack Horseman è un attore  che ha fatto la propria fortuna con una sit com anni 90, definita dalla critica mediocre, ma apprezzata dal pubblico fino alla sua fine dopo numerose stagioni. Bojack vive agiatamente, ma non si è impegnato in nessun progetto da allora fino ai giorni nostri. Vive in casa ospitando un amico scansafatiche che critica in continuazione, ma non caccia per non sentirsi solo, ha storie occasionali o dove non investe in termini affettivi e di progettualità. Bojack non sa prendere e rispettare impegni, non affronta sfide, non si mette alla prova o in discussione per paura di apparire stupido o sfigato, pretende ammirazione da tutti pur essendo nei fatti inattivo da quasi 25 anni. Rappresenta e ha adottato il modo di vivere di Hollywood, superficiale, non autentico, dove l'identità delle persone non è gestita da loro, ma da un pubblico che ne sancisce il destino e la forma, un pubblico insaziabile e spietato, che ti dimentica facilmente se non decidi di sottostare a degli standard irrealistici e artificiosi. Bojack non sa che vuole, non sa chi è senza qualcuno che glielo dica. Bojack non è in grado di cogliere i bisogni altrui, ma non è in grado neanche di cogliere i propri, vive di ammirazione altrui, non sa farne a meno, ma quando la riceve continua a non essere soddisfatto e a odiare se stesso. In un mondo simile è quasi inevitabile che si sviluppi una personalità narcisistica o border line, due disturbi di personalità che di default hanno forti problemi identitari. Cosa rafforzata da una serie di traumi complessi che Bojack ha subito durante l'infanzia e che si espliciteranno nel corso dell'opera.
Passa gran parte del suo tempo ripiegato su se stesso, riguardando la famosa serie che l'ha lanciato verso il successo 20 e passa anni prima. Questa serie è un modo in cui ottiene una gratifica immediata, senza sforzo, senza impegno, del resto è una sit com superficiale, pacchiana, poco impegnata, dove lo spettatore si sente accudito in un mondo dove non è costretto a ragionare e a prendere responsabilità, dove tutti si vogliono e bene e, specialmente, dove il protagonista è al centro dell'attenzione e continuamente osannato. Bojack odia profondamente il cane giallo del reality show di successo che nei fatti ha plagiato la sua sit com. Del resto ha i tratti di un narcisista in piena fase di scompenso, è un individuo che sta ormai galoppando (letteralmente!) verso la terza età, che si sente un fallito di fronte al suo alter ego canino nel pieno delle forze e dei 20 anni, ancora funzionante e abbastanza ingenuo da non rendersi conto di quanto sia senza senso la propria vita.
Bojack per riabilitare il suo nome si è impegnato a scrivere la propria biografia, ma dovrà affrontare la sua pigrizia, i suoi dinieghi nei confronti di un passato che non ammette essere stato traumatico e sviluppare una personalità che è stata celata da un'armatura costruita durante anni di superficialità e evitamento nei confronti degli affetti e dei bisogni psicologici propri e altrui.

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