martedì 15 novembre 2016

Le doverizzazioni

Viviamo in un mondo dove ciascuno ha i suoi obblighi e non possiamo sempre fare come ci pare. Il senso del dovere ci permette di ottenere obiettivi a livello personale, ma anche a livelli più ampi ed elevati. Dimentichiamo però che anche la persona più ligia e legata al dovere ha bisogno di una gratifica. Il senso del dovere ci permette di fare cose che altrimenti non avremmo voglia di fare, ma giunge il momento in cui il dovere deve dare spazio al piacere. Ma a volte non succede. Il senso del dovere che ci permette di pagare le tasse, buttare l'immondizia, andare in palestra, tutte cose spiacevoli ma necessarie, continua a essere attivo, anche se non ce n'è più bisogno. Può portarci a sentirci in dovere di fare anche cose che non sono importanti quanto le altre. Il dovere a tutti i costi ha una natura anti edonica, ovvero può portarci a vedere come dovere anche attività che solitamente sono collegate al piacere, come un'uscita con amici, gli obblighi familiari e coniugali. Il dovere a tutti i costi esclude la scelta, in quanto ci sentiamo obbligati a farlo, ci impedisce di essere gratificati per aver fatto qualcosa, perché è un'azione dovuta. Un mondo adempitivo, all'insegna del dovere, è un mondo cupo, non libero, poco vario e rigido, che ci porta a essere vulnerabili nei confronti della depressione. Si può uscire dal paletto delle doverizzazioni a tappeto, un ottimo modo consiste nel capire che si può procedere di pari passo con il piacere. Possiamo fare cose perchè dobbiamo, ma al tempo stesso possiamo trarne piacere se andiamo oltre il semplice senso del dovere. Andare a lavorare non solo perchè è ciò che ci dà lo stipendio, ma anche perchè ci piace ciò che facciamo o quantomeno perchè stiamo pregustando il modo in cui spenderemo lo stipendio; portare a spasso il cane per i bisogni, ma essere felici del fatto che ci sia grato e della sua stessa compagnia; aiutare una persona a cui vogliamo bene, ma esserne felici perchè stiamo aiutando una persona a cui teniamo.

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