domenica 4 giugno 2017

Guadagni e perdite



In una società materialista si ricerca spesso una gestione razionale delle proprie risorse, limitando le perdite e aumentando i guadagni. Questo può avvenire in maniera facile quando si ha a che fare con beni fisici, quantificabili in termini di numero e valore economico. Il calcolo in quel caso risulta facile, mettendo da una parte le uscite e le entrate, portandoci a stabilire i guadagni.
Una mente orientata unicamente a questo risultato è una mente che esclude tutta una serie di costi e guadagni invisibili perché non materiali, quindi più difficili da quantificare per un soggetto abituato alla gestione puramente materiale della propria vita.
Per quanto alcune persone lo considerino meschino o impossibile, alcuni aspetti psicologici sono perfettamente valutabili, rendendo visibili quei costi e quei benefici che altri non vedono.
Molti pazienti che seguo da bambini sono stati accuditi da nonni o altri parenti tirannici e/o inadeguati pur di permettere ai genitori di lavorare e risparmiare i soldi per una baby sitter. Quanti soldi di terapie farmacologiche o psicologiche avrebbero risparmiato se  i genitori avessero calcolato il loro benessere psicologico, anche se immateriale?
Spesso la difficoltà più grande nel lavorare con pazienti in difficoltà economiche è posta dal paletto economico, accompagnato dalla spiacevolissima frase del non arrivo a fine mese. Il discorso economico annulla spesso qualunque discorso psicologico, rendendolo quanto meno molto più difficile.
Sicuramente la risposta non consiste nell'abbracciare filosofie di vita e percorsi religiosi che incitano al rifiuto dei beni materiali, sono scelte che isolano la persona dal mondo che la circonda e la mettono in ovvie difficoltà pratiche. Questo è oltretutto è un evitamento e come tutti gli evitamenti ingigantisce lo schema di base, senza risolverlo:  molti di coloro che rifiutano i beni materiali alla fine tornano a essere materialisti e con più vigore e se non succede a loro sono poi i figli a esserne ossessionati.
Resta il fatto che questa eccessiva importanza data all'ipotetico calcolo delle spese e dei guadagni è comunque frutto di un iperfunzionamento dello schema legato al valore personale, dove la persona non sa tollerare di essere scesa in rosso in termini materiali o anche psicologici quando li mette in conto. Lo schema iperfunzionante è uno schema in perenne attivazione, anche quando dovrebbe essere disattivato, il che lo rende problematico.
Non è possibile fare della propria vita un grosso foglio dove inseriamo per ogni evento i pro e i contro, perché ci sono casi in cui questo lavoro va sospeso, perché dovremo imparare ad accettare che, a volte, il bilancio della nostra vita sia in rosso.
Perché ci saranno sempre cose che non saremo in grado di quantificare, anche con la migliore sensibilità psicologica e perché a volte dobbiamo accettare il fatto che le cose non vanno proprio come vorremmo.




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